TAROCCHI: orgoglio italiano (o almeno così dicono gli studi!)
“I Tarocchi vengono dall’Egitto” è forse una delle BUGIE più raccontate relativamente alla presunta origine dei Tarocchi, che ancora circola imperterrita in alcuni ambienti (addirittura sopravvive in certi contenuti divulgativi). Ma non è nemmeno l’unica panzana che si sente! Ho sentito anche che provenissero dalla Francia, dai romanì, ci manca poco che qualcuno li faccia risalire all’America Latina!
E sapete qual è la cosa più triste? È che molti di questi contenuti sono creati e promossi da persone italiane, le quali non sono assolutamente consapevoli di quel che la propria Terra ha offerto. Ebbene sì, perché i Tarocchi VENGONO DALLA STESSA ITALIA!
O almeno così ci dicono gli studi più oggettivi in merito, poiché la loro origine continua a rimanere avvolta nel mistero. Tuttavia, anche la loro presunta origine egiziana non ha né capo né coda, ANZI: questa è stata proprio smentita e ritenuta antistorica, senza alcun fondamento (per non parlare di tutte le altre presunte origini che sono state loro appioppate!). In questo articolo mi propongo quindi di parlare, con fonti alla mano, dell’origine di tale mazzo e, al contempo, di invalidare tutte le altre teorie che non hanno alcuna ragione di essere.
BREVE STORIELLA SULL’ORIGINE DELLE CARTE
Non mi dilungherò troppo, ma credo che fare un piccolo appunto su questo sia importante, poiché parte della confusione in merito all’origine dei Tarocchi potrebbe essere legata anche all’origine delle carte da gioco semplici.
Secondo gli studi, infatti, il gioco di carte viene inventato in Oriente. Il primo documento che abbiamo in Occidente e che parla di carte da gioco risale al Medioevo (documento, tra l’altro, stilato da un italiano…sì, l’Italia non esisteva come la conosciamo oggi, ma è giusto per intenderci). Durante l’arco di questo periodo, il gioco delle carte (chiamato nayb) diviene evidentemente conosciuto in Europa (maggiormente nella zona mediterranea occidentale – odierne Italia, Francia e Spagna) e viene riconosciuta la loro origine “saracena”. Tuttavia, nessuno sa con precisione da quale parte della Terra dei Saraceni queste carte derivano, poiché il termine “saraceno” era usato, ai tempi del Medioevo, in modo generico, per indicare persone provenienti dalla Penisola Arabica, dal deserto, dall’Oriente e/o di religione musulmana.[1]
Quindi sì: secondo le fonti l’origine delle carte da gioco è orientale (probabilmente sono state inventate in Estremo Oriente, poiché in Cina era documentato un gioco simile molto prima e poi diffusosi tra i “saraceni”), TUTTAVIA non si parla di carte dei Tarocchi! Si parla, come detto sopra, di “nayb”, in italiano “naibi” (chiamate anche carte dei mamelucchi), che sono il mazzo di 52 carte diviso nei 4 Semi (l’antenato di quello che si usa per giocare a briscola e quello che oggi, con le dovute modifiche, corrisponde al mazzo degli Arcani Minori, se parliamo di Tarocchi!).
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Da: Designtellers.it |
ORIGINE ITALIANA DEI TAROCCHI
La serie di carte europeo più antica, che deriva dai Naibi, la troviamo in Spagna, tuttavia è un mazzo che viene chiamato “Italia 2” perché presumibilmente originario dalla nostra penisola ed è datato tra il XIV e XV Secolo. Nel 1400 si parlava di tale mazzo di carte, composto da 52 pezzi (come quello dei naibi o dei mamelucchi), contenenti anche altre figure, come le Regine (che nel mazzo originario non erano presenti). Però, è solo tra il 1450 e il 1500 che, nei testi relativi al gioco delle carte, viene nominato per la prima volta un “gioco dei Trionfi” (nella lingua dell’epoca chiamato Ludus Triomphorum) e, come ben sappiamo, è QUESTO che riferisce ai Tarocchi (Trionfi è il nome che viene applicato al mazzo degli Arcani Maggiori).
Ad oggi non sappiamo ancora chi inventò il Gioco dei Trionfi, tuttavia le fonti scritte relative li fan nascere indubbiamente nella odierna Italia, in un’area che comprende Milano, Bologna e Ferrara.
Il primo mazzo noto di tale tipologia fu commissionato, secondo le fonti scritte dell’epoca, da Filippo Maria Visconti, creato da Marziano da Tortona, un ecclesiastico con conoscenza dell’astrologia e del mondo Classico. Sembra infatti, sempre secondo tali fonti, che il duca Visconti e la sua corte si dilettassero spesso nell’inventare nuovi giochi e anche nuovi mazzi di carte.
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Questo affresco si chiama "giocatori di tarocchi"; risale al XV Secolo e si trova sui muri di Palazzo Borromeo |
Sta di fatto che Marziano da Tortona ideò un mazzo assolutamente insolito, sempre rifacendosi ai Naibi, diviso in 4 semi “innovativi” (aquile, fenici, tortore e colombe – che poi si diffusero nel resto d’Europa in diversi modi), al quale venne, verso il 1440, allegato un nuovo mazzo composto da 14 figure, regalato alla figlia quindicenne del Visconti, Bianca Maria, durante un soggiorno alla Corte Estense, nonostante si pensi che già quello milanese contenesse anche delle altre carte diverse rispetto ai normali mamelucchi “rivisitati”.
Da qui, è evidente che ulteriori aggiunte e modifiche siano state fatte nel corso del tempo (il mazzo degli Arcani Maggiori si è ampliato, ha subìto delle sostituzioni di Trionfi – carte come Carità e Speranza sono state eliminate, dando posto ad altre figure…), ma il fatto che il prodotto quattrocentesco non corrisponda al 100% a quel che abbiamo oggi, nel 2025, non toglie che la loro origine, storicamente, sia proprio quella appena vista in modo fortemente probabile, con tanto di mazzi che sono pervenuti fino a noi (rispettivamente milanesi e ferraresi) e che confermerebbero il tutto.[1]
ORIGINI EGIZIE
Il fatto che le carte da gioco provengano dalle Terre dei Saraceni, in qualche modo, riconfermerebbe di conseguenza il fatto che le carte derivino dal Nord Africa, in special modo dall’Egitto (la terra dei mamelucchi). Ma…come abbiamo appena avuto modo di vedere, i naibi (o il mazzo del mamelucchi) NON SONO Tarocchi!
La teoria per cui i Tarocchi derivano dall’Egitto viene ipotizzata in primo luogo da Antoine Court de Gébelin, l’esoterista francese vissuto durante il XVIII Secolo che sembrerebbe essere stato il primo a vedere in tale mazzo un aspetto esoterico, occulto, nascosto.
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Da: Pinterest |
De Gébelin sosteneva che i Tarocchi fossero una versione camuffata di un libro proveniente dall’Egitto, che conteneva grandissima saggezza per l’appunto “nascosta” in figure che, apparentemente, non avessero significati particolari (le rappresentazioni su ogni Trionfo). L’esoterista sosteneva che la forma, la disposizione delle carte e persino il modo in cui essere venivano usate durante il gioco fossero chiaramente un insieme allegorico riconducibile alla religione e alla filosofia dell’Antico Egitto. [2]
Il tutto venne accreditato e preso poi per buono da Etteilla (colui che consideriamo il padre della cartomanzia moderna) che ideò un mazzo di carte chiamato “Le livre de Thoth”, ossia “Il Libro di Thoth”, rimarcando la connessione tra i Tarocchi e questo fantomatico libro egizio (quello di Thoth, per l’appunto) contenente infinite saggezza e conoscenza.
Ma…SECONDO QUALI FONTI?
Questa provenienza dei Tarocchi egiziana, che ancora troviamo in libri sui Tarocchi del secolo scorso come fatto certo e ancora viene riportata da chi si propone di fare informazione senza un minimo di reale conoscenza, in realtà, NON E’ MAI STATA DOCUMENTATA. A differenza di ciò che abbiamo visto in precedenza, parlando dell’Italia e dei Trionfi, NON ESISTONO fonti scritte e storiche che riconducono l’origine dei Tarocchi al mondo egiziano. Quel che è stato infatti ipotizzato, parlando di Storia dei Tarocchi, è che all’epoca di questi due esoteristi in Europa Occidentale vigesse grande interesse nei confronti del mondo dell’Antico Egitto, della sua antica religione e delle credenze e filosofie associatevi, ed ecco che, è fortemente probabile, tutto ciò che era considerato misterioso e occulto veniva ricondotto a questo mondo, anche quando non lo era. Col tempo, questa credenza, si è semplicemente diffusa ed è stata presa per buona fino a quanto i Tarocchi non hanno attirato l’attenzione di veri e propri storici e studiosi (quindi solo a partire dalla Seconda metà del XX Secolo), i quali, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, si sono rimboccati le maniche facendo le dovute ricerche, scoprendo che di fonti circa i Trionfi ne esistessero eccome, ma che divergessero da quanto raccontato da questi esoteristi francesi!
ORIGINI ROM / NOMADI
Sempre nel trattato di De Gébelin, leggiamo che sì, i Tarocchi siano un prodotto egiziano, ma che sono stati introdotti e diffusi in Europa come mezzo divinatorio dai “boemi”, dove questo termine indica il popolo Rom.[2] Questo collegamento tra i Tarocchi e i boemi (gli zigani) viene rincarato anche da Papus, il quale sosteneva che essi fossero in possesso della “Bibbia delle Bibbie” (che lui chiama in contemporanea il Libro di Thoth, il Libro di Adamo e quello della Rivelazione Primitiva delle civiltà antiche), pur non sapendo cosa avessero veramente in mano (definendoli, di base, ignoranti e viziosi, che usavano tale mezzo solo e banalmente per giocare a prevedere il futuro).[3]
Questo ci fa capire che gli esoteristi del passato non vedevano l’origine dei Tarocchi tra la popolazione romanì, eppure qualcuno ha ipotizzato anche questo; mi è capitato di vedere infatti, soprattutto ultimamente sui social, contenuti di persone rom affermare che i Tarocchi siano un loro prodotto al 100%, che se noi oggi siamo in grado di utilizzarli è perché in passato ce ne siamo appropriati in modo coercitivo e suprematista.
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Da: rozvitok.org |
Ma anche qui…DOVE SONO LE FONTI?
Invero, la popolazione romanì ha un legame secolare con la divinazione svolta anche per mezzo delle carte e da sempre, in tutta Europa, viene inevitabilmente collegata ad essa, ma è anche corretto ammettere che la cartomanzia rom si avvale quasi mai dei Tarocchi ed è svolta maggiormente con carte che richiamano più oracoli o sibille. È comunque possibile che i rom, essendo nomadi, siano entrati in contatto con i Tarocchi spostandosi nei territori in cui fossero già presenti (quindi Italia, Spagna e Sud della Francia) ed è altrettanto possibile che i primi cartomanti francesi abbiano avuto contatti con loro, che abbiano trasmesso delle conoscenze relative, ma queste rimangono delle ipotesi che possiamo fare in assenza di fonti. Per quanto riguarda campi in cui le fonti ci sono (quindi relativamente alla vera e propria origine dei Tarocchi) non possiamo, invece, ipotizzare nulla di diverso e pensare che i Tarocchi siano prodotto del popolo Rom significa andare contro delle fonti che abbiamo, portando avanti, di conseguenza, una tesi antistorica.
ORIGINE FRANCESE
Per quanto riguarda la credenza che i Tarocchi derivino dalla Francia, è possibile pensare che chi lo sostenga faccia, semplicemente, della confusione. Uno dei mazzi più famosi di carte è il mazzo Marsigliese, che indubbiamente viene dalla Francia. Tuttavia, sembrerebbe che i Marsiglia siano stati creati in un secondo momento, prendendo ad esempio le carte che già esistevano in Italia, quindi no, il mazzo Marsigliese (di cui la prima versione si fa risalire attorno al 1600, quello di Noblet, per poi svilupparsi e standardizzarsi tra XVII e XVIII Secolo) non è il primo mazzo di Tarocchi (che, come già menzionato, nascerebbe in una sua prima forma attorno al 1400). Il mazzo marsigliese, nelle sue diverse forme, viene categorizzato come uno dei primi mazzi “moderni” e come la base di altri mazzi nati in un secondo momento, ma la storia parla chiaramente.
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Da: Tarot-heritage.com |
Al di là di questo, ulteriore confusione potrebbe derivare relativamente alla nascita della cartomanzia moderna, ossia l’Arte di prevedere il futuro tramite le carte, Tarocchi compresi. Come abbiamo detto poco fa, colui che possiamo considerare il padre di tale pratica nella sua chiave moderna è Etteilla, che era un francese. Il suo “Libro di Thoth”, infatti, sarebbe il primo mazzo standardizzato e volto all’utilizzo cartomantico. Più o meno nello stesso periodo anche le Sibille iniziano ad acquisire importanza, grazie a M.lle Lenormand, sempre nelle zone di Parigi.
Quindi sì, parzialmente è corretto dire che la cartomanzia nasca e si standardizzi in Francia, tuttavia ciò non fa sì che i Tarocchi come mazzo nascano lì (e, inoltre, sarebbe da considerare anche il fatto che pure la cartomanzia, in realtà, possa essere nata prima di questa sua forma francese: ci sono alcune ipotesi circa il fatto che il gioco di prevedere la fortuna tramite questo mezzo fu già, in qualche modo, noto sia in Italia che in Germania, oltre al fatto che poteva già essere noto anche tra la popolazione romanì, tramite l’uso di altre tipologie di carte).
ORIGINE EBRAICA
Infine, analizziamo anche questa presunta origine ebraica dei Tarocchi, altra ipotesi molto diffusa, perché innegabile dire che, soprattutto nei mazzi più moderni, questo collegamento tra Tarocco ed Ebraismo (più nello specifico, tra Tarocchi e Kabbalah) sia presente. Il primo personaggio che ipotizzò un collegamento indiscutibile tra le due cose è stato Eliphas Lévi. Egli, facendo un miscuglio tra Kabbalah Ebarica e Qabbalah Ermetica/Cristiana, sosteneva che i Tarocchi fossero delle “clavicole” (delle chiavi) contenenti la sapienza universale, che si rifà a queste due dottrine. Lévi, nelle sue analisi, collega le 22 carte dei Trionfi al Nome Divino, alle lettere ebraiche con cui, secondo i Kabbalisti, D-o ha creato tutto ciò che esiste, sostenendo che sì, il Tarocco ci è giunto dall’Italia medievale, ma è un qualcosa di molto più antico. [4]
I collegamenti tra Kabbalah e Tarocchi vennero perpetrati poi nel tempo: Wirth, nonostante attribuisse (come detto sopra) un’origine medievale ai Tarocchi, utilizzò gli stessi collegamenti con l’alfabeto ebraico, ad esempio, e nel mazzo Rider Waite Smith sono chiari i riferimenti alla Kabbalah (sia a livello iconografico che a livello tarologico).
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Da: Teachmetarot.com |
Al di là di ciò, comunque, anche persone ebree stesse (perché fin qui abbiamo comunque parlato di persone non ebree) hanno asserito che i Tarocchi possano avere una origine ebraica, sostenendo che questo mazzo contenga i messaggi della Torah e che sia stato inventato durante i periodi delle persecuzioni contro il popolo ebraico per poter continuare a studiare i Testi Sacri “di nascosto”.[5] Tuttavia…vogliamo dirlo ancora una volta? DOVE SONO LE FONTI DI TUTTO CIÓ?
Esatto: inesistenti. Si parla solo e meramente di IPOTESI! Quella di E. Lévi è un’ipotesi, così come quella di De Gébelin e di tutta la compagnia descritta sopra; quella di coloro che sostengono che nel mazzo vi sia nascosta la Torah idem, è un qualcosa che non si può assolutamente verificare, oltre al fatto che, oggettivamente, esisterebbero invece prove che testimoniano che non sia affatto così (ad esempio, Gershom Scholem, uno dei massimi studiosi della Kabbalah, sosteneva che Lévi non avesse minimamente conoscenza della Kabbalah ebraica e lui e tutti i suoi successori, che mischiavano tale con i Tarocchi, erano alla pari di cialtroni).
IN CONCLUSIONE…
Abbiamo visto tutti i possibili scenari per quanto riguarda le possibili origini dei Tarocchi, ma come possiamo constatare, l’unica plausibile, per cui abbiamo delle fonti, è quella che afferma che essi siano nati in Italia nel periodo medioevo/rinascimentale e che li vede come un prodotto della fantasia di qualche nobile o artigiano di corte sulla base del mazzo standard dei naibi. Come già detto nei primi paragrafi, la loro origine rimane avvolta nel mistero (da chi fu partorita veramente quest’idea? E perché? A cosa si rifanno davvero le figure dei Trionfi? Quali giochi venivano svolti con tale mazzo presso le varie corti italiane?), e probabilmente è un qualcosa che non scopriremo mai, che certamente apre le porte a qualsiasi tipo di ipotesi…ma ipotesi che dovrebbero essere comunque sensate e che, soprattutto, non dovrebbero né essere prese per fatti certi né divergere dalle poche fonti storiche che abbiamo trovato!
Abadessa Devina
FONTI
[1] Le informazioni sulle fonti italiane e le origini delle carte sono state tratte da qui: http://www.letarot.it/page.aspx?id=439
[2] Libro 1 Volume 8, “Le monde primitif / Du Jeu des Tarots (A. C. De Gébelin)
[3] Absolute key to occult science – The tarot of the bohemians by Papus
[4] Il Tarocco restituito e spiegato da Eliphas Lévi
[5] Kabbalistic Tarot, Dovid Krafchow
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