Perchè un BRAVO cartomante apre la P.Iva / dichiara i guadagni secondo legge?
Decido di portare il terzo (e credo ultimo) articolo relativamente alla messa a regola a cui un cartomante dovrebbe sottoporsi, giusto per completare l’opera e avere tutte le informazioni che posso darvi a riguardo ben pubblicate.
Come abbiamo già detto qui e anche qui, il cartomante che vuole farsi pagare per i propri consulti DEVE aprire la P.Iva e/o dichiarare i guadagni in base a quel che dice la legge e quel che dicono i commercialisti. Come però abbiamo già visto, quando si tocca il tasto della messa a regola e dei pagamenti, anche molti di quei cartomanti auto-professatisi i più onesti e corretti del mondo iniziano a vacillare e trovare una marea di scuse pur di fuggire dal loro destino di paganti tasse! Ed ecco che sentiamo le solite: “eh, ma io non guadagno tanto!” / “eh, ma mica tutte le P.Iva sono oneste!” arrivando addirittura a sentire frasi tipo: ”eh ma io sono esonerato!” (esonerato dal pagare le tasse? In Italia? Questa mi è nuova…esiste per caso un dottore che fa certificati per giustificare questo esonero?). Insomma: siamo di fronte ai soliti bla bla bla senza capo né coda, perché anche se si cerca di arrampicarsi sugli specchi la legge è chiara in merito:
SE FAI IL CAROTMANTE, TI FAI PUBBLICITÁ, HAI UN LISTINO PREZZI, GUADAGNI DEI SOLDI CON CLIENTI ABITUALI, DEVI APRIRE LA P.IVA / DICHIARARE CIÓ CHE GUADAGNI SECONDO QUANTO STABILITO.
Altrimenti? Sei un TRUFFATORE! E sì, lo sei anche se sei bravo a leggere le carte e non truffi le persone in senso stretto, con stese fasulle e false speranze.
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Immagine da: studiolegaletrapani.it |
ORA: io capisco che le tasse in Italia siano un tasto abbastanza dolente, credo che chiunque viva nel nostro Paese lo sappia. Capisco che lo Stato non collassa solo perché Gigia non dichiara quei 1000 euro che ha guadagnato facendo consulti qua e là nell’arco di un mese, ma vi ricordo che in primis, il fatto che lo Stato abbia riconosciuto la professione del cartomante cercando di metterla in regola, è una VITTORIA per chi fa parte dell’ambiente, nonostante questo piccolo obbligo noioso delle tasse (la cartomanzia, fino a poco tempo fa, rientrava nel reato di ciarlataneria: era addirittura ILLEGALE farsi pagare per dei consulti di carte! Oggi non è più così, basta semplicemente dichiarare); in secundis, se tutte le Gige iniziano a non dichiarare perché “tanto guadagno poco! Non muore nessuno!” si crea un’evasione abbastanza consistente (ricordo che dal 2020 i “maghi ed esoteristi” sono aumentati esponenzialmente di numero e che non rari sono gli articoletti di giornale dove si parla di giri di milioni di euro a nero nell’ambito…); terza e ultima cosa, la messa a regola non viene incentivata solo perchè dobbiamo seguire la legger per filo e per segno sempre, senza contestare e opporci (non siamo burattini che fan solo quel che ci viene detto…): viene detto di farlo per una serie di motivi che con l’articolo di oggi mi propongo di esporvi!
1) BRAVURA: TUTTA UNA QUESTIONE DI PROSPETTIVE
“La P.Iva non garantisce bravura!”. Questa è una delle frasi che sento più spesso quando parlo dell’importanza della messa a regola. Ed è VERO: in questo articolo abbiamo già parlato di quanto anche con chi si dichiara in regola si debba stare attenti, perché purtroppo la bravura non sempre coincide con la scelta etica di pagare le tasse. Ma come già menzionato nel precedente articolo, il dubbio continua a esserci, dato che ancora nessuno è riuscito a rispondere:
se coloro che usano questa giustificazione sono così bravi, a differenza delle varie P. Iva incompetenti, PERCHÈ NON SE LA APRONO ANCHE LORO?
Se si è così bravi da potersi permettere di fare consulti mensili e, addirittura, di criticare la competenza di altri operatori, immagino che i clienti paganti e abituali non manchino, quindi cosa li trattiene?
Il primo punto quindi parla della mancata congruenza tra quel che si narra e quel che si fa: è chiaro che questi personaggi non si mettano in regola perché, in fin dei conti, non guadagnano a sufficienza per sentirsi così sicuri dal potersi permettere di sostenere i costi delle tasse (vi ricordo che comunque non esiste solo la P.Iva: secondo la nostra legge anche offerte e donazioni van dichiarate, quindi basterebbe parlare con un commercialista per capire, in questi casi, come muoversi).
E il mancato guadagno abituale può derivare da due fattori principalmente: il non essere bravi quanto si voglia fare credere o la…
2) CONCORRENZA SLEALE
Ebbene sì: di base, questi bei discorsi, non fanno altro che creare un circolo vizioso di evasione e concorrenza sleale. Immaginatevi se tutti i cartomanti si mettessero in regola ed educassero i consultanti al rilascio della fattura fiscale: è facile che il fenomeno della cartomanzia a nero diminuirebbe, che il lavoro del cartomante non sarebbe più visto come un ripiego per persone annoiate e sfaticate “perché così mi tiro su due spiccioli e non vado a lavorare, anche se le carte non so manco come si leggono” bensì come la professione seria che è e che anche i prezzi inizierebbero a essere meno competitivi e, più o meno, uguali per tutti (come abbiamo già visto, è chiaro che una persona andrà da X che si fa pagare a nero 10 euro e non da Y che ne fa pagare 40 perché ha delle tasse da pagare…).
Insomma, il succo del discorso è che continuando a difendere la mancata messa a regola / dichiarazione non si fa altro che alimentare un sistema marcio di cui, inevitabilmente, sono tutti vittime - sia coloro che vorrebbero fare della cartomanzia una professione ma han paura dei costi elevati delle tasse, sia coloro che le tasse le pagano e che devono subire concorrenza scorretta da parte di chi non lo fa (e sentirsi accusato di essere una cattiva persona se poi chiama il cartomante a nero di turno “truffatore”, perché sì, capita anche questo…il nostro è un mondo fatto su al contrario, dove chi è onesto viene affossato e chi è furbo osannato, ma lasciamo stare). E se contribuite a fare ciò mi spiace: non potete definirvi onesti e corretti né ci si può lamentare se il cartomante, nel pensiero generale, continua ad essere visto come un disonesto!
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Immagine da: partitaiva.it |
3) CORRETTEZZA PER I CONSULTANTI
Altro punto di cui si parla troppo poco è la correttezza nei confronti di chi ci richiede il consulto. Perché sì, mi spiace deludervi ma fare le persone sensibili e attente ai sentimenti dei consultanti per poi non tutelarli nella maniera più basica e raggirarli sottilmente è un controsenso.
Spesso e volentieri, chi offre servizi di cartomanzia a nero chiede al consultante di pagarlo tramite versamenti con causali denominate “donazione” o “offerta”. Ciò viene fatto perché, furbescamente si crede che in caso di controlli fiscali la cosa passerebbe inosservata e anzi! Addirittura in questo modo si tutela più il truffatore che il consultante (dopo tutto, come già spiegato bene in questo articolo, secondo la legge questi versamenti sottostanno al principio della libertà: è la persona che, di sua volontà, decide di versare dei soldi e quindi, in caso di truffe, non potrà contestare nulla!). Ma permettetemi di ricordare che…anche offerte e donazioni, secondo il nostro sistema, andrebbero DICHIARATE! Ecco perché nel titolo di questo articolo non parlo solo di P.Iva ma anche di dichiarazioni in senso più generico! Purtroppo (o per fortuna) in Italia non si può fuggire da ciò: se vi fate pagare abitualmente e non occasionalmente, qualsiasi sia la causale ci sarà sempre un modo per cavarvi qualche soldo dal conto. In questi casi, ci si deve rivolgere nelle sedi opportune e capire come ciò vada fatto.
Ma al di là del fatto che si utilizzi questo sotterfugio per truffare meglio o meno, è proprio moralmente scorretto nei confronti di chi si affida: chiedendo al consultante di pagare con una causale non vera si costringe, di conseguenza, a dichiarare il falso (e dove sta la tanto proclamata onestà in ciò?) perché, come detto sopra, offerte e donazioni sono versamenti per definizione volontari, ma se si chiede espressamente una cifra e si costringe il consultante a pagare, dove sta questa libera volontà?
4) RISPETTO PER LA PROFESSIONE E PER L’ARTE
Vista la serie di punti precedenti, ormai è appurato: chi non si mette in regola, anche fosse il cartomante più bravo del mondo, è degno della nomina di “truffatore”a tutti gli effetti, sia per la legge, che per i colleghi cartomanti regolari, che per i consultanti. E a coloro che mi leggono e si ritrovano tristemente in ciò, voglio fare una domanda:
A voi fa piacere sentirvi nominare ed essere considerati in questo modo?
Vi fa piacere che l’Arte che vi dà da mangiare, che difendete a spada tratta, che cercate di far passare come un qualcosa di etico, di bello con i vari contenuti informativi social, a discapito delle pesanti dicerie dispregiative che ci sono in giro, continui a venire considerata una roba da truffatori e da fenomeni da baraccone anche a causa di un vostro comportamento disonesto? E tutto ciò non vi fa venire voglia di cambiare un po’ la situazione? Di mostrare DAVVERO al mondo che la cartomanzia possa essere un lavoro serio e da gente onesta? Che, visto che ci piace tanto tirare in ballo il fatto del pagamento obbligatorio, che si deve dare perché è corretto pagare chi offre un servizio e perché queste cose si sono sempre fatte pagare, proprio come una volta chi si fa pagare per queste pratiche sia al servizio della società (una società che nel XXI Secolo ci richiede di pagare anche le tasse), al servizio di chi richiede e non contro, inventandosi scuse su scuse e sotterfugi imbecilli?
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Immagine da: torino.corriere.it |
QUINDI Sĺ…
Aprire la P.Iva e dichiarare i guadagni secondo norma, anche se non è sinonimo di bravura nella lettura, è comunque sinonimo di essere un BRAVO cartomante in qualche modo, poiché è un atto di ONESTÁ, RISPETTO e CORRETTEZZA, nei confronti:
- Della LEGGE e della SOCIETÁ in cui viviamo che lo impone;
- Dei COLLEGHI CARTOMANTI che han deciso di mettersi in regola;
- Dei CONSULTANTI che saranno più tutelati e meno presi in giro
E, in verità vi dico, anche di VOI STESSI! Che magari evitate di rischiare denunce per evasione fiscale; che magari dimostrate di prendere davvero sul serio quest’Arte e trattarla come un lavoro onesto; che magari, in caso di comportamenti sleali da parte dei consultanti (perché pure su di loro c’è molto da ridire…casi di gente che non ha pagato i cartomanti dopo aver pattuito il prezzo ce ne sono a bizzeffe, ad esempio) potete tutelarvi.
Abadessa Devina
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